Antonio Fumagalli

Sole caldo
Pelle su legno, da 45xh.58×5 cm
Pelle invecchiata naturalmente, acrilico, legno tamburato
settembre 2017

Un sole caldo e vivo… sotto pelle.
Un sole che scalda, con la sua forza rigenerante, con la sua energia, anche la pelle più vecchia, consunta e cadente.
Non sembra, ma, sotto le apparenze, il suo calore e la sua luce rimangono intatti, inesauribili… perché appartengono all’anima.

A warm and alive sun… under the skin.
A sun warming with its regenerating strength, with its energy, the oldest skin, worn and falling.
It does not seem, but under the appearances, its heat and its light, remain intact, inexhaustible… because they belong to the soul.

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Antonio Fumagalli (Monza  – Italy), nato a Marino C.se nel 1969, è un artista autodidatta che affianca all’attività creativa l’insegnamento e la professione.
Laureato in architettura, da sempre concilia le tre attività proponendo un’interazione, o contaminazione, tra i tre ambiti.
Questo gli ha permesso di sperimentare e successivamente creare un approccio all’arte e uno stile personale che ha come tratto distintivo l’uso di un materiale antichissimo ma assolutamente innovativo in campo artistico: la pelle.
Fin dall’inizio, molto legato all’astrattismo, ha iniziato a creare con i materiali più svariati: dalle tempere all’olio allo smalto, direttamente su tavola di legno, invece che su tela, fino ad una tecnica mista che fonde vernice, traspirante, smalto, carboncino, plastica e vetro.
É in uno dei vari laboratori scolastici, che Fumagalli conosce la pelle quale materiale dalle enormi potenzialità creative. Un materiale di cui si innamora subito. Dalla produzione di semplici oggetti di artigianato, realizzati con gli stessi alunni, passa, dopo aver studiato e approfondito la conoscenza del materiale e le sue tecniche di lavorazione, all’uso prettamente artistico della pelle. La pezza di pelle non più usata come semplice materiale di supporto per borse, cinghie ecc., ma come strumento d’espressione, alla stregua dei colori ad olio per il pittore o del marmo per lo scultore.
Se si osserva qualunque pezza di pelle si nota la notevole differenza tra le sue due facce: quella esterna, il fiore, dall’aspetto attraente, accattivante, molto più bello e curato di quello della faccia interna, lo strato reticolare, detto anche, carne, ramificato, grezzo, quasi logoro, usurato. Due facce in totale contrapposizione eppure appartenenti allo stesso materiale, allo stesso elemento. Questo dualismo ha affascinato l’artista e l’ha spinto a riproporlo spesso nelle sue realizzazioni quale metafora di conscio e inconscio, mondo interiore e vita esteriore.

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