L’insostenibile leggerezza dell’essere
2019
Acrilico, gesso, colla vinilica e collage su tela
70×100 cm.
Quest’opera appartiene alla fase del mio lavoro caratterizzato da una ricerca materica molto forte: la tela diventa un supporto non più da dipingere solamente in modo bidimensionale, ma un punto di partenza da modificare e sul quale modellare diversi strati con differenti materiali. Incomincio ad utilizzare il gesso non con l’intento di realizzare un’imprimitura per un’opera figurativa tradizionale, ma steso in modo molto corposo, mettendo uno strato sopra l’altro e creando volutamente delle piccole crepe che evidenziano la caratteristica fondamentale della materia cioè la disgregabilità. L’opera d’arte è quindi, come ogni cosa materiale, soggetta alle leggi della materia, ha un corpo e un peso. Ma non solo: essa esprime nel suo essere materica e pesante, anche una leggerezza, una tensione verso la spiritualità che si esprime in una fluttuante danza nell’aria di diverse entità che si possono intravedere nel dipinto. Queste forme le ho realizzate con la carta bagnata, che è così fragile che ti dà l’idea che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro, ma quando si asciuga e si solidifica diventa dura come una roccia. Quest’opera ha un significato molto importante per me perché esprime il mio modo di essere fragile, leggero, ma al tempo stesso forte e resistente così come credo esprima le caratteristiche dell’essere, il quale racchiude dentro di sé un ossimoro, “quell’insostenibile leggerezza dell’essere” di cui parla Kundera nel suo romanzo. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è incarnata. Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, in assenza della gravità si allontani dalla terra, dall’essere terreno. Il concetto che voglio esprimere con quest’opera è che pesantezza e leggerezza sono all’apparenza estremamente distanti, sembrano l’uno l’antitesi dell’altro ma in realtà non possono essere considerati se non in maniera estremamente complementare. Non c’è dualismo tra di essi, così come non c’è dualismo tra visibile e invisibile, energia e materia, colore e forma, materia e spirito, i quali sono per questo motivo NON-DUE, filo conduttore di tutto il mio percorso artistico.
EA
Emilia Agosti (Bergmo – Italy). La mia formazione inizia dalla pittrice di fama internazionale Angela Marini, grazie alla quale ho potuto approcciare i primi passi nel campo dell’arte in modo spontaneo, libero e creativo.
Ho avuto modo di approfondire diverse tecniche pittoriche durante la mia frequenza al liceo artistico statale di Bergamo. Qui è scoccata anche la scintilla che mi ha condotta verso la storia dell’arte, l’estetica e la filosofia, nella quale mi sono immersa coltivando il mio interesse verso la parola nel suo uso razionale.
Dopo essermi laureata prima in Filosofia e poi in Scienze Filosofiche si è fatta avanti sempre di più l’esigenza di esprimere il mio lato istintivo attraverso il teatro, recuperando un rapporto più carnale e viscerale con la parola.
L’esperienza con il teatro mi ha aiutata ad ascoltare di più i miei impulsi, a svuotare la mente dai giudizi per lasciare aperto lo spazio alla spontaneità creativa, applicando questo metodo in modo più consapevole anche alla pittura, che è al momento il mezzo artistico con il quale esprimo al meglio me stessa.
Inizia così una nuova fase produttiva in cui tutte le mie inclinazioni, le mie passioni e il mio modo di sentire convogliano e si connettono in modo organico al mio percorso di vita, nel quale riveste importanza anche la mia esperienza di insegnante a diretto contatto con i bambini: la spontaneità e l’istintività dei bambini mi ha permesso di osservare come in uno specchio le qualità dell’artista e mi ha consentito di amplificare la mia sensibilità e la mia capacità di empatia.
Esito di questo nuovo periodo è la mia mostra personale Non-due, ospitata dall’associazione culturale Variazione sul tema di Milano.
Ho partecipato inoltre a delle mostre collettive tra cui: Mostra collettiva delle allieve di Angela Marini in onore della pittrice a Sarnico (BG), Mostra collettiva degli artisti selezionati al Concorso Nazionale Cuore d’oro 2.0 a Bergamo, Mostra collettiva dei soci del Circolo Artistico Bergamasco a Bergamo.
Il metodo da me utilizzato per dipingere prende avvio dal training fisico (introiettato nel periodo della mia esperienza teatrale) che serve a preparare l’attore-creatore, svuotandolo dai giudizi che bloccano la creatività e aprendolo all’ascolto dei propri impulsi, affinchè io riesca a realizzare un’opera che è piena e libera espressione di me priva di schemi mentali rigidi. Anche se in sottofondo ci sono obiettivi e concezioni filosofiche ben precise, queste fanno da sfondo inconscio e non da punto di partenza rigido e fisso; esse giungono a maturazione nel momento in cui io mi trovo libera di ascoltare il mio istinto.
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