Arnaldo Marini

opera iscritta al BIANCOSCURO Art Contest Winter Edition - un progetto a cura di BIANCOSCURO Art Magazine - 2019
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I villaggi senza memoria: Algeria, campo profughi
2019
olio su tela
50×150 cm.

Arnaldo Marini (Firenze, Italy – 1952). Architetto, è nato a Firenze nel 1952. Dal 2012 ha esposto con mostre personali e collettive a Berlino, Stoccolma, Bratislava, Amsterdam, Napoli, Roma, Torino, Lerici, Siena, Sarzana, Forte dei Marmi, Castiglioncello, Chianciano, Montecosaro, Pienza, Firenze. Di particolare rilievo la presenza alle rassegne “MMXVII – il cammino dell’uomo tra arte e fede – da Ugo Guidi a Igor Mitoraj” e “Presenze nell’arte contemporanea – emergenti del XXI secolo e maestri del XX secolo: Carrà, Sironi, Rosai, Guttuso, Annigoni” entrambe tenutesi nel Salone Donatello della Basilica di San Lorenzo a Firenze, nel 2017 e nel 2018. Nel 2019, a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, nell’ambito della mostra “Arte come Testimonianza” con un grande quadrittico, propone l’aspra tematica dei <villaggi senza memoria>, viaggio nelle grandi voragini umane dei i campi profughi nel mondo. Vincitore del “Premio Internazionale d’Arte Ligures – Citta di Lerici” nel 2018”. Finalista per la pittura dal 2016 al 2019 al “Premio Firenze”; premi speciali a Sarzana nel 2016, a Lerici nel 2017 e 2019; a Porto S. Elpidio, nel 2017 e 2018, a Montecosaro nel 2019; speciali menzioni nel 2018 e 2019 al “Premio Internazionale Buonarroti” di Forte dei Marmi. Le sue opere figurano in numerosi cataloghi a stampa e on line; sono presenti in collezioni private in Italia ed all’estero.

“Arnaldo Marini, nato a Firenze nel 1952, rappresenta il motivo dei villaggi della memoria, strutturati secondo essenziali linee architettoniche che attraverso il colore e un uso sapiente della luce si caricano di silenzi e di ricordi.” (Silvia L. Matini: dal catalogo della mostra <Presenze nell’arte contemporanea> – Firenze 2018)

“Nello stile di questo artista si intravede l’influenza di Rosai che, per i fiorentini della generazione di Arnaldo Marini, ha rappresentato un vero e proprio mito artistico.” (Luca Monti: dal catalogo n.2 della mostra <Presenze nell’arte contemporanea>- Firenze 2018)

“L’artista cattura e rielabora questi segni con un linguaggio incentrato soprattutto sulla forza evocativa del la luce […] sostanza ora densa ora pulviscolare che avvolge le case e la natura intorno ad esse, schiarendo i colori, attenuando i profili, immergendo ogni cosa in un silenzio impenetrabile. La pennellata è corposa, ricca, umorale; il cromatismo spazia dalle tinte tenui e luminose di una tavolozza chiarista alle tonalità livide delle ambientazioni notturne. Le masse volumetriche occupano lo spazio con forme geometriche regolari che si ripetono in un continuo gioco di chiaroscuro […] I villaggi mariniani incarnano perfettamente la poesia delle rovine, il cui scopo è rammentarci non solo ciò che siamo stati ma anche quello che potremmo tornare ad essere recuperando la lezione del passato. Un monito che risuona persino nei dipinti dove le suggestioni del villaggio in rovina lasciano il posto a un cumulo agghiacciante di macerie […] L’orrore della distruzione e della lotta dell’uomo contro l’uomo si aggira tra i miseri resti di questo paesaggio senza speranza. Il nostro tempo – sembra dire Marini – non è più in grado di produrre rovine, e quindi monumenti alla memoria, ma soltanto macerie, simboli inquietanti di un presente senza storia e senza futuro. (Daniela Pronestì: <Ritratti d’artista – Arnaldo Marini> in “La Toscana Nuova” novembre 2018)

WEB: www.arnaldomarini.com

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