Fausto Segoni

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Antichi Dei – Vesona la buona
2019
olio su tela
80×80 cm.

Fausto Segoni (Spoleto, Italy – 1969). Ho iniziato la mia attività artistica da autodidatta intorno ai vent’anni, praticando una pittura ad olio veloce ed essenziale, materica e gestuale, sia pur ingabbiata in una figurazione divenuta ,nel corso del tempo , di sempre maggior rigore formale. Rappresentativi di questi esordi sono dipinti quali “Strananottelettrica” o “San Giovanni nel deserto” o “S.S. n° 3Bis” Questa pittura evolverà, verso la fine degli anni ’90, nell’uso di un personaggio che popolerà, tra le più cospicue, la serie intitolata “Next please_”, in cui un uomo a torso nudo sembra minacciare l’osservatore, simulando il possesso di una pistola con le dita di una mano coperta da un guanto in lattice, e, soprattutto, dei “Gonfiatori di palloni_”, in cui il medesimo personaggio, nelle più disparate posture, spende tutto se stesso nel gesto spasmodico di gonfiare un palloncino, sorta di giocoso e coloratissimo “memento mori”.  Nel 2001, implementai questa serie con una performance nella quale gonfiavo palloncini fino a riempire l’ambiente dell’esposizione ed esserne quasi soffocato, e ,nel 2002 ,la completai con una operazione di mailing-art, allegando all’invito alla mostra un palloncino ed uno spillo, operazione che sfociava quindi in happening di arte relazionale con l’intervento del visitatore che , all’inaugurazione, gonfiava ed autografava il suo palloncino, creando una sorta di coloratissimo mare di palloncini, invito ed al tempo stesso ostacolo, invadente e fittizio, al transito in galleria, per poi tornare a distruggerlo, con lo spillo, al finissage. Nel 2004, inizio la serie delle”Costellazioni_”, nelle quali, usando il catasterismo di tanta mitologia classica , attuo un tentativo di esplorazione dello Spazio, forse di antropizzazione dello stesso, e, usando una pittura, o un disegno molto rarefatti, ovvero semplici puntini bianchi che rappresentano stelle, raffiguro, in maniera molto più descrittiva e leggibile che non nella consueta iconografia astronomica, prevalentemente, delle automobili , con una delle quali, “Costellazione_Mustang GT”, nel 2004 vinco il “Diesel Wall Award” di Milano, nei pressi di porta Ticinese, precursore del successo della Street art di questi ultimi anni Nel 2007 le “Costellazioni_” diventano realmente luminose, attraverso i fori che pratico, usando un trapano elettrico quasi fosse un pennello, sulla superficie verniciata di nero di strutture autoportanti in MDF, illuminate dall’interno con lampade al neon. Con la medesima tecnica, nel 2008, realizzerò “Universi”, una imponente installazione componibile, quasi un ambiente autonomo, di mt. 1,90 di lato per mt. 2,35 di altezza, interamente forata di stelle su entrambe le facciate delle pareti, ed all’interno della quale è possibile entrare, come immergendosi nelle profondità dell’Universo, accompagnati da un suono, registrato in loop, di lastre di plexiglass, da me opportunamente percosse. Nel 2009, sollecitato dall’accentuarsi del fenomeno migratorio, ho iniziato la serie delle “Migrazioni_”. In esse, dopo un attenta ricerca storico-antropologica che inizia dalla Ominazione e termina in epoche recenti in cui l’espansione Europea ha finito con l’omogeneizzare le identità culturali, ricerca effettuata, prevalentemente, attraverso siti internet istituzionali (Comuni, Regioni, MIBAC, ecc) oltre che Enciclopedie on line, disegno, usando matite a carboncino su tele arrotolabili alle due estremità su bastoni da tappezzeria come fossero antiche mappe geografiche, una miriade di minuscole impronte umane, di colori diversi ad identificare ognuno un popolo, che, seguendo fiumi ,valli, montagne e mari, traccia il percorso della sua migrazione\invasione alla ricerca di territori da antropizzare o luoghi da razziare, fino a ricreare la superficie della Regione disegnata, ovvero a costituirne la struttura etnico-culturale. Infine, nell’ apposita legenda, elenco i nomi di ogni popolo con il relativo piedino colorato per consentire la decifrazione dell’opera. Nel 2011 ho ulteriormente evoluto questo tema attraverso la serie di installazioni  “La deriva dei continenti_” della quale ho realizzato vari sviluppi; dalla iniziale versione da parete, con i continenti in feltro verde ritagliati a mano, cui è applicato un magnete sul retro, che vagano quindi, a piacimento dell’osservatore in qualunque posizione su una superficie piana costituita da una lastra di ferro ; alla versione “_Evo I” costituita da un cilindro in plexiglass del diametro di 50 cm ed altezza 80, riempito di acqua, sulla quale galleggiano ,smarriti, i 5 multicolori continenti in Foam ritagliato al laser, e chiuso da un piano-scrivania riproducente i meridiani e paralleli di un globo; alla 3° versione diciamo più dinamica ovvero mobile, “_Evo II”, concepita per essere posta in fontane o piscine o comunque su superficie liquida, in cui i continenti sono realizzati in poliuretano bianco, ritagliato a mano ,ed uniti da un sottile filo da pesca che ne accomuna i movimenti rendendoli interdipendenti, come zattere alla deriva in balia del vento,della corrente e degli eventi.

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