Il dramma di Eva, decidere cosa è bene e cosa è male
2016
Grafite, pastello e foglia oro su tavola
90x90x4 cm.
Gabriele Marchesi (Pavia – Italy) nasce nella bassa pavese negli anni ’50. Fin da adolescente dimostra una notevole abilità manuale ed artistica che nel corso degli anni approfondisce con rinnovata ricerca e studio delle tecniche pittoriche.
Votato al genere figurativo, si muove fin dagli esordi con rappresentazioni che si avviano lentamente al raggiungimento di un iperrealismo intimo e poetico. La sua non è mera descrizione oggettiva del soggetto ritratto, ma l’oltrepassa guardando oltre, evidenziando il lato emozionale e romantico dell’opera che realizza.
Il suo è un disegno impegnato, attento all’anatomia umana, scevro da grossolane forme sensuali, ma di fine eleganza che non perde mai il suo fascino nel corso del tempo.
Negli anni ’80 le sue opere risentono di una certa malinconia che ricorda il Romanticismo.
Nel 2000 avviene nell’artista una svolta determinante: rivolge la sua attenzione all’attuale e con forte partecipazione al presente dichiara che anche le immagini pubblicitarie sono arte. L’intenso scambio tra arte e pubblicità attraversa tutto il ‘900, e l’analogia e la separazione fra i due ambiti diventa sempre più complessa a fronte di una strategia commerciale del visivo, che ci affascina, ci coinvolge in modo sempre più perseverante. La propaganda pubblicitaria propone icone che se pur stereotipate di modelli maschili o femminili, sono continuamente mostrate dai media del nostro quotidiano. Gabriele Marchesi si differenzia, poiché dal puro concetto pubblicitario ne trae spunto, ispirazione, ne ricalca le pose, ma lo supera non limitandosi solo alla riproduzione oggettiva di una reclame, ma la esplora con un gusto che non dimentica mai l’identità del suo operato, con raffinata ricercatezza ed armonie proprie, coinvolgendo e trasmettendo emozioni anche all’osservatore, con elementi che vanno oltre i limiti della cornice, oltre il quadro stesso.
Le immagini ci appaiono trattate come una fotografia, virata in bianco e nero o in seppia e, pur prendendo a modello le caratteristiche propagandistiche, l’artista inserisce elementi preziosi nello sfondo, quali ricami che si fondono elegantemente con la trama del supporto utilizzato.
I seppia ed i rossi, i bianchi ed i neri si inseguono in un gioco ritmico, nella maggior parte delle sue opere, realizzate con alta maestria e padronanza della grafite e matite colorate, che si uniscono delicatamente alle trame della tavola e alle cornici in ocra, rosso ed oro.
Questo travalicamento della pura ed indiscutibile immagine figurativa lo pone all’inizio di una nuova fase, che dimostra l’estrema consapevolezza di Gabriele Marchesi, di porsi a confronto con i temi contemporanei con sempre rinnovato rigore ed attenzione al presente.
Barbara Vicenzi
Facebook: Gabriele Marchesi
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