Giovin signore un po’ scettico sul futuro europeo
2020
Inchiostro
20×30 cm.
Marcello Sassoli (Roma, Italy – 1945). Non è facile, ricondurre la pittura di Marcello Sassoli ad una “cifra stilistica” ben definita, semplicemente perché è proprio lui a rifiutarla: la sua pittura, infatti, è un viaggio, iniziato molti anni fa sulla spinta di un sentimento duplice: l’ispirazione e l’aspirazione verso l’arte suggeritagli dalla Mamma, pittrice e ritrattista di rara intuizione e sensibilità, ed insieme il desiderio di scoperta di un’altra strada – la propria – che non seguisse, però, un “itinerario” classico, ma che s’inventasse giorno per giorno, attraverso sensazioni ed esperienze diverse e molteplici, appunto, da interpretare e tradurre con colori e pennelli, per condividerle con gli altri.
Non la valigetta dei colori, quindi, ma i colori come valigia, nella quale mettere e tirar fuori un bagaglio sempre diverso, a volte leggero, a volte meno, ma sempre presupposto indispensabile a quel viaggio che ancora oggi continua, dentro e fuori da se stesso, verso una destinazione ideale e reale insieme, e che ha il suo punto di arrivo negli occhi di chi guarda i suoi dipinti e vi scopre qualcosa in cui identificarsi, anche soltanto per un attimo, che sia una visione onirica della realtà o una realtà distillata attraverso il filtro delle sensazioni suggerite dall’eterno ticchettio del tempo che passa e che fortunatamente, a volte, riusciamo a far coincidere con i battiti del cuore.
È in quest’attimo di condivisione, appunto, che l’opera può dirsi compiuta e il cerchio – idealmente – si chiude, ma per riaprirsi ancora, subito dopo, per offrirsi a nuove e diverse interpretazioni, in quel continuo divenire che è in fondo ciò che ci accomuna: la storia di ciascuno e di tutti, la nostra stessa vita.
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