Marco Fiaschi

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Giro giro tondo
2021
Tecnica mista, ferro, gres, ossidi e pigmenti
150x40x40 cm.

Nome (Monte-Carlo, Principato di Monaco – 1900). Ha lavorato per oltre trent’anni nel campo del design e del marketing, più specificamente nel settore dell’abbigliamento sportivo e sportswear.
La sua ricerca è volta a esplorare artisticamente l’Antropocene, l’era dell’uomo, nelle sue correlazioni con una natura sempre più in pericolo. Il suo lavoro, materico e fortemente espressionista, evidenzia le distorsioni di una società dominata dal culto dell’immagine apparentemente inconsapevole di un punto di non ritorno incombente come una nemesi annunciata.

GIRO GIRO TONDO
“Giro giro tondo casca il mondo…”. Siamo sicuri che una delle filastrocche più conosciute non nasconda messaggi offensivi, discriminanti e socialmente pericolosi? Tondo, con la sua tracotante  smania di perfezione cerca forse di ostracizzare i più spigolosi quadrato e triangolo ? Il Mondo casca d’accordo, ma per mano di oscure lobby del male?
La lingua, la letteratura, l’arte, i simboli, le idee, cambiano al cambiare della società, è indubbio, ma un conto è adeguare i dizionari arricchendoli dei neologismi del parlato comune, altro è cominciare a elaborare una Neolingua (e un Neopensiero) di orwelliana memoria ripuliti da termini invisi a un main stream manicheo e superficiale, diviso tra bene e male che definisce un mondo senza sfumature né compromessi, che non relativizza né contestualizza. Un mondo autoreferenziale e acritico, che riduce gli spazi di sperimentazione e che non contempla la possibilità di essere in disaccordo pena la gogna mediatica.
Le prime parole del profetico Fahrenheit 451 recitano: «It was a pleasure to burn», il piacere di bruciare, cancellare, eliminare per sempre testimonianze a volte illuminanti, altre volte scomode ed esecrabili ma comunque fonti inestinguibili di conoscenza e consapevolezza. 
La “cultura della cancellazione” nasconde la paura del confronto ergendosi a divinità giudicante, fatta di un moralismo spicciolo e tranchant che fatica a confrontarsi con la storia.
Una sfera simbolo di perfezione, continuità, armonia e intelletto è qui’ rappresentata corrotta e carbonizzata; poggia su un monolite di ferro recante un’iscrizione dorata parzialmente censurata: l’inizio della conosciutissima filastrocca. L’oro è da sempre simbolo dell’inalterabilità, della luce divina nelle icone medievali, del sole eterno, dell’armonia assoluta della sezione aurea, ma viene anche accomunato all’avidità, al potere, alla venalità, al sopruso. La sfera sul punto di precipitare nel vuoto potrebbe invece aver trovato un equilibrio ideale e sorprendente…
Visioni in totale contrasto… c’è spazio per altre possibilità?

Instagram: @fiaschi_m

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