Massimo Soldi “MonoMax”

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Double density
Plexiglass, colori per vetro + ink on paper
2018
70×50 cm

Solo provando e dando spazio ai propri sogni alle proprie intuizioni, e perché no alle proprie fantasie è possibile solcare nuove esperienze e tentare di fare proprie come percorso e cammino… Se diverranno ricordi non avremo sbagliato. Due densità singole si sovrappongono per creare una terza, così da mischiare e/o celare i colori.Una immagine o un colore cede all’altra la propria visibilità o invisibilità per divenire altro.

MonoMax-M.Soldi

Massimo Soldi “MonoMax” (Como – Italy). Giochi di colore, Giochi di parole. Aggiungere, togliere o modificare spazi al bianco. Sottrarre al nero il predominio dello spazio infinito iniettandolo di luce
Un giorno, i colori e le forme iniziarono a comporre brecce nella realtà per trasformarla in sogno da trasferire con inchiostri su pagine bianche del divenire.

“Sono, siamo saliti fin quassù in bilico fra sogno e realtà, fra coscienza ed incoscienza, fra rabbia e umiltà e non pensiamo di scendere giù, anche a costo di cadere … la vita va vissuta sino all’ultimo senza temere, sino all’ultimo neurone pulsante.”

MonoMax-M.Soldi

L’impegno e la passione da allora hanno generato macchie di sogni e di emozioni che si sono trasferite con inchiostri, colori acrilici, tecniche miste, moltissima spatola e poco pennello su ogni supporto possibile o immaginabile, liberando tensioni provenienti dal profondo o avvolgenti e incombenti dall’esterno, alimentando quella che oramai è una necessità esistenziale.
L’uso dell’inchiostro ha rappresentato e rappresenta per me, ancora oggi, la nota portante del mio “fare”, della quasi totale impossibilità di modificare, nel bellissimo gioco tra creare e lasciar creare, linea sottile del divenire.

“ l’Artista, o come preferisco dire io “l’Artigiano”, decide quando il quadro è terminato, e nel deciderlo fissa in modo perentorio la sua Opera, sia essa imperfetta o definibile ineccepibile nella sua apparente ricerca di perfezione.”

MonoMax-M.Soldi

“Scegliere di lasciare imperfezioni, a volte molto evidenti, credo voglia sottolineare quella parte istintiva ed emozionale che diviene parte integrante dell’Opera stessa, meglio, del gioco emozionale dell’Artigiano che come un fanciullo ritiene concluso il suo meraviglioso gioco di segni sulla tela, quasi un inno all’incompiuto e al tentativo di porsi come
creatore… creatore dell’Imperfetto.”
Mantenere integro il colore bianco o nero sulla linea di demarcazione fra l’uno e l’altro, quando il suo complementare si appoggia, è fare i conti con la contaminazione dell’uno o dell’altro, l’ultimo che viene usato è sempre il contaminatore che a sua volta viene contaminato, e ritoccando si potrebbe procedere all’infinito in questa azione e nel vano tentativo di avere un interspazio neutro infinitesimale, è l’incontro fra opposti , è il divenire della contaminazione.

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