Esodo
2020
tecnica mista
100×150 cm.
Nina Gonzalez (Colombia – 1955). Inizia il suo percorso d’arte nel 1977 presso L’Instituto de Investigacion de la Expresion Colombiana en Bogotà, sotto la guida di maestri come Santiago Cardenas, Carlos Rojas, Omar Arroyo e Alfonso Soto Soria. Dal 1980 al 1985 si trasferisce in Africa tra i popoli Hausa, Ivo e Oruwa nel sud del deserto del Sahara studiando le loro tecniche tessili e tintoree. Rientrata in Italia si immerge nel mondo delle fibre tessili: seta e ginestra, che l’artista trasforma in una collezione di gioielli. Alcuni dei suoi lavori vengono pubblicati in riviste del settore. La vediamo ospite di trasmissioni televisive, insegnante e volontaria con persone diversamente abili. A metà degli anni 90 decide di plasmare su tela tutto il suo bagaglio tessile pittorico raggiungendo vette “oltre la tela”, dove frugando tra orditi e trame scopre il connubio tra tessitura e architettura. Partecipa a mostre in Italia e all’estero vincendo premi internazionali e alcune sue opere si trovano in una collezione privata a New York.
“A inizi degli anni ottanta vivevo a Kano, una città a nord della Nigeria. Erano anni di dura repressione verso le comunità non native di quella nazione. Ho vissuto in prima persona l’esodo di migliaia di persone che in fila indiana camminavano lungo la strada che costeggiava il villaggio degli italiani. Uomini, donne con bambini a spalle, sudati, con una espressione di smarrimento e di arresa nei volti e nei loro occhi. Erano ombre di loro stessi riflesse sul bollente asfalto di quella strada dritta che percorsa in macchina era già infinita… Nella mia opera alludo alle ombre di quelle figure magre, sofferte e longilinee rappresentate con i tondini di legno in una prospettiva che va verso un’altrove incerto.“
Facebook: /Maria Benigna Gonzalez Ramirez
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