Hotel Fragile
2021
scultura ricavata da un unico tronco di legno di acero
40x40x125 cm.
Sandro Leonardi (Cagliari, Italy – 1949). Nato da una famiglia nella quale i mestieri più comuni erano il disegno, la ceramica, la fotografia, la pittura. Fin dal 1953 ci trasferimmo a Milano, dove mio zio materno, l’illustratore Aurelio Galleppini, in arte Galep, creatore di Tex Willer, era venuto a lavorare per l’editore Bonelli. Passai gran parte della mia infanzia a guardare come disegnava e a imitarlo: senza mai darmi una sola lezione di disegno, fu il mio primo maestro.
Contravvenendo a tutti i consigli ricevuti dagli insegnanti delle scuole inferiori, non mi iscrissi a nessuna scuola d’arte: non ne sentivo il bisogno. Proseguii invece gli studi fino al secondo anno del corso di laurea in matematica, quando, avendo già venduto occasionalmente dei quadri dipinti da me, mi convinsi che la cosa per me più facile da fare nella vita era quella di cui è più difficile vivere: l’arte.
Già da diversi anni, essendo morto mio padre nel 1964, avevo dovuto fare diversi mestieri, tra i quali continuare il suo, che era impaginare e ritoccare, a volte comporre titoli, per diverse testate di comics.
Nel 1970 decisi di prendere in affitto insieme a un mio amico un seminterrato lungo il Naviglio Grande e qui aprire uno studio di pittura. Dopo una prima mostra personale nello stesso anno a Milano e una collettiva nel 1971, pur avendo venduto quasi tutto, decisi che fare mercato della mia arte non mi piaceva.
Non mi piaceva soprattutto la velocità; lo esigeva il mercato dell’arte che mi chiedeva di dipingere almeno un quadro al giorno, e lo esigeva anche il mio rapporto con colori e pennelli. Dovevo ritrovare la lentezza che era connaturata col mio modo di essere e fu così che mi accostai al mestiere di scavare nel legno e nella pietra.
Cominciai da autodidatta con strumenti impropri, malgrado ciò attirai l’attenzione di qualche committente che mi fece eseguire dei lavori, soprattutto per luoghi di culto. Mi rendevo conto però di non sapere cosa fosse la scultura e di dover cercare qualcuno da cui impararla.
Avevo già 37 anni quando nel 1986 incontrai il mio maestro: lo scultore Gino Cosentino. Lo incontrai quando ormai non lo cercavo più, deluso da tutti quelli contattati fino a quel momento, insegnanti d’accademia, dalla loro melliflua litania: “l’artista deve esprimere se stesso”. L’unico solido punto di riferimento che avevo era Arturo Martini e Gino era stato allievo di Martini, forse il suo continuatore ideale: entrando nel suo studio affollato di sculture e bozzetti (l’antro magico, come lo definiva il suo biografo Giampiero Canazza), soprattutto in pietra, sentii un brivido mai provato a nessuna mostra, anche dei più grandi, come Moore o Martini stesso.
Da Cosentino imparai, oltre che delle regole spietate su cosa deve essere scultura, ad amare la pietra: forse il mio terzo periodo artistico, dopo quello dei colori e quello del legno.
Nel 1993 la mia prima mostra personale di scultura a Milano, all’Antico Oratorio della Passione.
Altre personali: a Baveno nel 1994; a Piacenza e a Bibbona nel 1998; al Noy Center di Milano nel 2004; SpazioPorpora di Milano nel 2018.
Diverse mostre collettive, tra cui: premio Suzzara nel 1993 e nel 1994; prima biennale d’arte “città di Piacenza” nel 1997 (primo premio per la scultura); Etruriarte nel 1998 e nel 1999; “Artexpo” di New York nel 1999; prima e seconda rassegna internazionale di scultura “Radicondoli-Belforte” nel 1999 e nel 2000; collettiva “Gruppo del Vento” nella tenuta di San Rossore nel 2000; alla “Elisir Art Gallery” di Mola di Bari nel 2001 e nel 2002.
Pubblicazioni e recensioni: “Cielo e Terra”, catalogo della personale del 1993 con presentazione di Mario de Micheli e di Franco Tedeschi; “Catalogo della scultura italiana n. 10”, edit. G. Mondadori 1995; cataloghi della prima e della seconda rassegna “Radicondoli-Belforte” 1999 e 2000; articolo di Maria Dora Di Giacomo su “Senza Titolo” anno 1, n. 2 .
WEB: www.sandroleonardi.com
Facebook: /LeonardiArte
Instagram: @sandroleonardi
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