Una sera di fine maggio
2010
olio su tela
35×50 cm.
Silvano Crespi (Bologna, Italy – 1944). Nasce a Fiume Italiana nel 1944. Dal 1949 la sua città d’adozione è Bologna. Fin dai tempi della scuola Silvano Crespi ha intuito una passione per il disegno e le arti figurative, cimentandosi prima con china, tempera e acquerello, poi dal 1974, in maniera continuativa ed evolutiva, ha trovato la sua dimensione nella pittura ad olio. Dopo la laurea in Scienze Politiche – indirizzo sociologico – conseguita a Bologna nel 1978, lo studio dei grandi artisti del passato e la sua passione per la pittura l’hanno indirizzato verso una interpretazione entusiastica del paesaggio, verso una ricerca tutta improntata alla variazione della luce e dei colori, a volte resa con una pennellata densa e corposa a volte espressa con una tavolozza chiara e leggera. Il suo interesse è rivolto al ‘700 e all’ ‘800 europeo, in particolare è attratto dal romanticismo tedesco di Caspar David Friedrich (1774-1840), dall’innovazione inglese della moderna pittura del paesaggio di John Constable (1776-1837) e in seguito di William Turner (1775-1851) e dal movimento impressionista francese: dal precursore Camille Jean-Baptist Corot (1796-1875) e dai maestri del calibro di Claude Monet (1840-1926), Camille Pissarro (1830-1903) e Alfred Sisley (1839-1899), tutti artisti innamorati della chiara e limpida luce mediterranea. Punti di riferimento sono stati anche la scuola piemontese di Rivara, come Alfredo D’Andrade (1839-1915), che si proponeva di ispirarsi al vero naturale, in un atteggiamento anti-accademico di rottura con il paesismo di matrice romantica, e la scuola di Resina, fondata sul tema del realismo da Giuseppe De Nittis (1846-1884), fino ad arrivare alla sintesi chiaroscurale dei Macchiaioli toscani, i quali sostenevano che la visione delle forme è creata dalla luce come macchie di colore, distinte, accostate o sovrapposte ad altre macchie di colore, così l’artista consapevole di questa affermazione e svincolato da formalismi accademici è così libero di rendere con immediatezza verista ciò che il suo occhio percepisce nel presente. Principali esponenti di questa corrente sono stati Cristiano Banti (1824-1904), Telemaco Signorini (1835-1901), Giovanni Fattori (1825-1908), Silvestro Lega (1926-1995) , Nino Costa (1826-1903), Raffaello Sernesi (1838-1866). Un discorso a parte merita Giovanni Boldini (1842-1931), noto per i suoi celeberrimi ritratti, ma anche per la luce vibrante che sapeva infondere nei vividi paesaggi che uscivano dalla sua tavolozza. Silvano Crespi appartiene all’area neo-figurativa, pervasa com’è da una miscela di neo-romanticismo immersa in un ideale maniera postimpressionista. La sua pittura richiama uno stato d’animo, una percezione più che una semplice veduta prospettica. Dipinge sensazioni, momenti e luoghi dove è stato e dove vorrebbe essere, con lo sguardo rivolto all’ 800 pittorico ma con gli interrogativi e le problematiche del suo tempo. Il Crespi crea luoghi immaginari o rimembrati dove si è trovato bene e in pace con sé stesso, anche con l’intento di riprovare quella emozione e di fissare nel tempo quel magico momento, quella determinata percezione. In sintesi osserva, analizza, scompone, elabora, e infine traduce sulla tela quello che il suo sguardo ha attentamente indagato: una situazione e un’impressione unite idealmente e razionalmente. Ci sono diversi modi di interpretare il mondo visto attraverso la sensibilità e l’occhio critico di un artista che contemporaneamente vede e proietta nei lavori la visione del proprio universo.
Io più di altri critici in Italia, mi sono spinto ad applicare un metodo che in Francia ha una lunga tradizione nei Salons des Refusés, nei quali fu possibile riconoscere, in tempi meno difficili e meno “affollati”, artisti come Manet e Gauguin. Ora ho preso visione di migliaia di proposte, ben sapendo che altrettante e più non si rivelano o hanno altri, diversi canali. Il progetto “Collezione Sgarbi” ne seleziona alcuni, come una costellazione in un firmamento in continua espansione. Il diritto di esistere per un artista significa la possibilità di uscire dall’anonimato solitario del suo studio. Per riuscirci non basta una semplice mostra, serve anche qualcuno di autorevole che abbia la voglia di scoprirne le potenzialità e prenderlo sotto la sua ala protettrice, capace di saper descrivere al pubblico l’essenza del messaggio di ogni singolo artista. La scelta del suo lavoro per la mia raccolta delle stampe e dei disegni attesta la valenza del suo operato e il costante impegno artistico. In un’epoca segnata dal tentativo di assegnare un prezzo a tutto e tutti e un grado di spendibilità sul mercato, la collezione d’arte ritorna ad essere il mezzo attraverso cui le opere riacquistano il loro reale valore, senza “prezzo” e senza tempo.
Vittorio Sgarbi
WEB: www.silvanocrespi.it
Instagram: @silvano_crespi
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