Yvon Gilles Lambure

opera iscritta al BIANCOSCURO Art Contest Winter Edition - un progetto a cura di BIANCOSCURO Art Magazine - 2021
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Promenade au bord de l’eau
2020
Olio su tela
80×80 cm.

Yvon Gilles Lambure (Anglet, France) non ha deciso di fare il pittore. Questa passione si è imposta su di lui, in lui, fin dalla tenera età. È originario di Anglet, un paesino incuneato tra Biarritz e Bayonne dove crescono i peperoni, non lontano dal viola dei monti baschi e dalle onde dell’oceano.
Il colore è sempre stata la sua ricchezza, la materia è la sua espressione.
L’uomo è generoso, sincero, integro. Si dedica completamente alla sua arte, il figurativo dell’espressione, che rivendica. I suoi mentori, Honoré Daumier, Chaïm Soutine, Georges Rouault hanno accresciuto la sua sensibilità. Il loro modo di applicare la materia lo travolge.
Tutta la sua autenticità e il suo temperamento lo rendono un essere accattivante. Sensibilizzato molto presto dalle arti plastiche e dalla musica – il suo vicino è un insegnante di pianoforte, decora le poesie dei suoi quaderni di classe alla scuola comunale di Anglet. Sulla via del ritorno, con la cartella in spalla, si sofferma davanti allo studio di un pubblicitario, Kremmer, commosso dalla semplicità di questa pubblicità dipinta, come le locandine dei film incollate al cinema La Féria, a Bayonne. Da giovane apprendista pensò più alla pittura che alla “carriera”, con dispiacere del padre.
La sua sensibilità sensibile, la sua attrazione per il colore lo spingono a lavorare alla cieca, da autodidatta. A trent’anni dipingeva regolarmente a casa, nelle poche ore che gli restavano dopo lunghe giornate di lavoro. Siamo negli anni 80. Yvon Lambure perlustra le gallerie, è appassionato di mostre nella regione. Disegna poco, tanto cresce in lui il desiderio di una pittura espressiva e materica. Vedeva questo periodo come una lotta, frustrato per non poter dedicare più tempo alla sua arte. Quindi dipinge nella sua testa. E quando il colpo deve andare, come il pugno del pugile, istintivamente ricopre le sue tele, con le sue budella.
La tecnica, la otterrà in seguito o meglio, gli sarà rivelata grazie a un uomo, un incontro che sconvolgerà il suo modo di dipingere: Louis-Frédéric Dupuis, uno degli ultimi seguaci di questa famosa scuola di Bayonne che ha forgiato generazioni di pittori. Il maestro trova il suo lavoro interessante e gli suggerisce di prendere lezioni di pittura a Bayonne. Il professore lo lancerà: prima mostra al Salon d’Automne al Grand Palais di Parigi nel 1991. Poi, lo stesso anno, vince il 1° premio al salone Boucau. Dupuis rafforza questo percorso: “bisogna disegnare, ma non troppo” ripete costantemente ai suoi allievi. Cambierà il suo modo di dipingere.
La sua amicizia con Dupuis, l’incontro con Maurice Verdier poi Raymond Thialier a Parigi lo spingono a diventare davvero se stesso, ad esacerbare la sua sensibilità. Si dedicò completamente alla sua arte, partì alla scoperta dei quadri parigini, salì a Montmartre dove conobbe uno degli ultimi autentici pittori della collina.
Liberata la sua creatività, può lasciare che il suo dono si esprima attraverso la materia che dà vita ai suoi dipinti. Il mare sarà sempre molto presente nel suo lavoro, quello dei Paesi Baschi ovviamente ma anche quello della Bretagna.
Il suo lavoro è intransigente. La sua pittura è senza artifici. Un dipinto senza artificio, ma che esplosione di colori!
Perché il colore è nel suo cuore… La sua passione ei suoi gesti si riflettono nelle sue opere. E come il “Don Chisciotte” di Daumier, Yvon Lambure, sognatrice e idealista, umile e modesta, è quest’altro che non possiamo essere. Ecco perché lo amiamo.
“La pittura dovrebbe farti sognare, non piangere”, spiega. Assaporo i miei quadri come “assaporo i miei figli”.

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Instagram: Yvon Lambure

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