Fuoco Nero
2014
tecnica mista, olio su tela
80×100 cm.
Nunzia Ciccarelli (Napoli, Italy). Artista napoletana che vive pienamente e consapevolmente il suo tempo. Un’artista che muove i sui primi passi nel mondo dell’arte precocemente già all’età di 7 anni. Il talento espresso inconsapevolmente dalla giovanissima artista viene supportato dai genitori che attenti la invogliano a coltivare la passione per la pittura. Inizialmente la sua formazione avviene da autodidatta guardando i grandi Maestri del passato incuriosita da ogni linguaggio utilizzato. Successivamente convincerà i genitori che la Pittura e l’Arte sono la sua dimensione ed inizierà gli studi artistici presso il Liceo Artistico e poi all’Accademia di Belle Arti di Napoli. La pittura dell’artista ha conosciuto negli anni più periodi che vanno dai primi tentativi con una pittura prevalentemente materica con un cromatismo forte al raffinarsi sempre più negli anni verso uno stile figurativo e surrealista. Il surrealismo di Nunzia Ciccarelli evolverà in un linguaggio sperimentale di ricerca personale, un connubio tra informale e l’immaginifico in cui gli organismi unicellulari a figure ben definite mostrano allo spettatore una sorta di realtà parallela popolata da esseri a volte angelici e bonari e a volte mostruosi. Di questa serie appartiene l’opera “Nell’angolo dell’occhio” e il periodo dei “Mostri” che mostrano una pittura del tutto visionaria dove sogno e realtà alternativa vengono estremizzate in una fusione unica. Vicende familiari che hanno segnato profondamente la vita dell’artista hanno arrestato per un certo periodo la sua produttività superata la quale ritorna con un linguaggio personale, originale ed attuale. Sono tante le cose narrate nelle opere di Nunzia Ciccarelli, che ama giocare con il suo pubblico o i suoi spettatori invitandoli ad inoltrarsi nelle sue opere e a ricercarne i misteriosi codici in esse contenute. Ha partecipato in età giovanile a numerose collettive che la faranno approdare all’Accademia d’ Europa organizzata dal Prof. Corrado Palmisciano. In seguito, terminati gli studi, organizza la prima personale presentata dal critico d’arte e giornalista del Mattino Michele Buonomo alla galleria d’arte Diagramma 32 di Pietro e Rino Volpe. Seguirono poi partecipazioni alla Galleria Pincione a piazza Dante ed altre ancora. Al suo attivo numerose sono le mostre in Italia e all’Estero in cui molti critici si sono interessati al lavoro dell’artista. Recentemente con EA Editore è stata inserita nel progetto editoriale del critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi e numerose sono le critiche positive scritte sulla sua pittura come quella di Leroy Dalì e del Prof. Pinto dell’Associazione Napoli Nostra che ha inserito l’artista nel suo testo sull’arte contemporanea presentato al Metropolitan Museum di New York.
” Fuoco nero è un’opera che vuole manifestare contro qualsiasi tipo di abuso soprattutto per quanto riguarda il discorso dell’ambiente, in particolare del territorio campano. Qualche anno fa, Napoli fu al centro di critiche mediatiche e denominata in maniera dispregiativa “terra dei fuochi”, ponendo l’accento solo sugli aspetti più brutti e degradanti del mezzogiorno. Quest’opera cerca il riscatto di una terra martoriata consapevole delle varie criticità esistenti ma anche della ricchezza di storia e di grandi personalità che hanno avuto un ruolo importante nella crescita della cultura artistica e che hanno fatto dell’appartenenza a questa terra la loro più grande fonte di ispirazione. Nel paesaggio in lontananza oltre al Vesuvio che “vomita” un fuoco nero vi è la presenza del Castel dell’Ovo, simbolo emblematico delle molteplici sfaccettature del popolo e della tradizione napoletana che vede convivere nella sua profonda identità il richiamo alla storia, alla leggenda, alla fede in Dio e alla superstizione. Non è un caso che si narra che le fondamenta dello stesso castello sorgano su un uovo di Drago. La Dea, protagonista del dipinto, gioca con lo spettatore porgendo un uovo contenente un allegro pulcinella che a sua volta siede su un uovo tenendone un terzo in una mano, ciò allude al rinnovamento ad una rinascita continua. Gli elementi tecnologici obsoleti, ormai quasi “archeologici” (quella contenuta nel dipinto è già superata) fanno riferimento ad una tecnologia in costante evoluzione che spesso supera la stessa capacità di adattamento dell’uomo. La Dea-Aliena rappresenta la tecnologia. La Femminilità, delicata ed in parte androgina, presente nell’opera ha un duplice valore in quanto rappresenta sia l’aspetto umano e terreno (inteso come madre natura) sia l’aspetto tecnologico. Entrambi gli aspetti in osmosi con l’energia (la natura) e la tecnologia (sviluppo tecnologico) possono promuovere il riscatto umano poiché l’intelligenza umana supportata dagli strumenti giusti può essere la chiave per trovare sapientemente soluzioni per una distribuzione equa delle risorse naturali e rinnovabili. L’invito dunque della Dea è quello che la tecnologia debba essere utilizzata con una visione proiettata ad un futuro pacifico teso alla conservazione delle ricchezze (storia, cultura, tradizione) ed esaltazione delle risorse naturali per una vera salvezza dell’umanità stessa. “
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