Female Legacy
2019
Acrilico, olio e oil bar su tela di cotone
80X80 cm.
Matteo Fieno (Cuneo- Italy) è un artista figurativo contemporaneo, vive e lavora a Diano d’Alba, in Piemonte. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico di Cuneo ha lasciato temporaneamente le discipline artistiche per seguire le orme di suo padre, storico imprenditore dell’albese, dedicandosi alla vendita di elettronica e informatica e dopo una breve esperienza in un’agenzia pubblicitaria ha deciso di togliersi il “colletto bianco” una volta per tutte e di seguire una tra le sue più grandi passioni: l’amore per i fantastici paesaggi delle Langhe, il buon vino e il buon cibo.
Così insieme alla moglie ha acquistato e ristrutturato un vecchio casale nei pressi del castello di Grinzane Cavour, trasformandolo in un B&B e parallelamente alla sua attività di imprenditore alberghiero, ha ripreso a dipingere, inizialmente per puro piacere.
Nel 2018 ha avviato il progetto “Female Art Design” con lo scopo di far conoscere i suoi lavori online, soprattutto su Instagram, dove in poco tempo ha ottenuto molti follower e diverse collaborazioni artistiche.
Da allora ha partecipato a numerosi eventi d’arte di prestigio sia in Italia sia all’estero, molti dei quali curati o presentati dal Prof. Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio, ha ottenuto vari premi, riconoscimenti e pubblicazioni su riviste d’arte.
Matteo disegna continuamente corpi femminili senza banalità o semplicità accademica instaurando un feeling con le protagoniste che gli consente di essere libero di esprimersi al meglio mentre dipinge poiché le donne, le sue donne, sono inventate e chiunque può riconoscersi in loro.
Tutto si origina dallo schizzo di una visione. Il disegno è la parte strutturale di tutte le sue figurazioni, mentre la sfumatura è lo sfondo che cela i dettagli del contesto narrativo allo sguardo dell’osservatore, costringendolo a far ricorso alla propria invenzione.
Disegna a penna e a carboncino, dipinge ad acquerello, olio e acrilico, sempre con poco colore per suggerire un’atmosfera e molto segno per definire il gesto del soggetto.
Sperimenta una materia visiva morbida, quasi fluida, sottolineata dalle tracce del processo di contaminazione tra le diverse tecniche: l’acqua sporcata dai pennelli, con gocce di un colore ormai indefinito, macchie e ditate rimaste visibili, scie e sbavature del segno grafico trascinato sulla superficie, senza un esito mirato. Proprio come le sue storie di corpi imperfetti, che conservano l’errore come valore costitutivo della persona.
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