Fabio Frabetti

Something good
150×100 cm.
acrilico su tela
2018

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Fabio Frabetti  (Bologna  – Italy) nasce a Cento di Ferrara nel 1954. Autodidatta avviato agli studi classici , frequenta il DAMS di Bologna dedicandosi alla pittura sperimentando varie tecniche, dotato di una qualità di disegno straordinaria, Fabio Frabetti, ha fatto del segno una sorta di bisturi fantastico con cui dipingere immagini del nostro tempo in una vastissima e articolata differenziazione di soggetti.
Importante per la sua pittura ,sono stati i viaggi artistico-culturali, nelle principali capitali Europee, Colonia, Parigi, Madrid, Barcellona, nelle diverse grandi città ha visitato mostre d’arte e musei locali dove ha potuto studiare e conoscere da vicino i grandi capolavori dell’arte, dai quali ha imparato e compreso la strada da percorrere.
Da sempre Frabetti è presente con le sue opere nelle fiere d’arte in Italia ed all’estero, molte sono le mostre personali e collettive dove espone il suo lavoro, seguito con grande interesse da critici e galleristi. Le sue opere si trovano in importanti collezioni private non solo in Italia ma anche in Canada , Australia, Spagna e tante altre in tutta Europa.

Sostanze metropolitane: Fabio Frabetti
La città è il luogo in cui Fabio Frabetti trova la propria ispirazione, abbandonandosi al flusso esistenziale della narrazione artificiale. Dipinti in cui si assiste allo scorrere del tempo in un brulicante viavai di individualità. Caratteristica delle sue ambientazioni è l’assenza dell’uomo, immerso nelle architetture e negli spazi intermedi della vita, responsabile di quel coacervo di situazioni e per questo presente pur nel suo distacco.
L’orchestrazione del dipinto vive della rigidità architettonica dell’ideazione ingegneristica, come una gabbia in cui si consumano i destini di ogni individuo. Una geometria trasferita nella costruzione del dipinto dove emergono le linee bianche della zebratura pedonale, artifici della vita metropolitana necessari ad ordinare il flusso interno. Nel disegno dell’uomo compare uno schema che ognuno di noi dà per scontato, costituito dai tanti segnali e dalla grafica interna al tessuto urbano, sul quale ogni giorno ci muoviamo. Una comunicazione orizzontale attinente alla nostra regolamentazione ed in base alla quale è orientata la rete metropolitana.
Da questa tela orizzontale si alzano le verticalità delle strutture abitative, trasformando la griglia di terra in una vera e propria gabbia e in questa geometria Frabetti interviene con una pittura dai tratti espressionisti. Emergono figure tradizionali come automobili, tram, una bicicletta, un pupazzo; componenti del vivere cittadino, ma soggette alla creatività dell’artista che ha facoltà di travisarne la restituzione analitica.
Così i palazzi si deformano, sottoposti ad una forza incontrollabile capace di piegare il tempo e lo spazio che si aggiunge ad una successiva forzatura del reale, costituita dall’inserimento di elementi totalmente estrani all’ambientazione: strutture geometriche innestate come artifici costruttivi informatici, quasi a voler sovrapporre alla realtà tridimensionale qualcosa attinente alla fase progettuale. Sono elementi estranei, eppure confacenti all’insieme, un espediente che dichiara in Frabetti la voglia di non accontentarsi del “già visto”, andando a rimarcare la missione dell’arte che è quella di superare la realtà.
Andrea Baffoni

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