Patrizia Almonti

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Amore che viene, amore che va
2020
pittura a terzo fuoco su porcellana e pittura con acrilici su tavola
70×89 cm.

Patrizia Almonti (Roma, Italy – 1956). Nasce, vive e lavora a Roma. Anche se la sua vita professionale si è svolta lontano dal mondo dell’arte, avendo percorso un’intera carriera da dirigente amministrativo presso l’Università di Roma “Sapienza”, Patrizia ha dato libera e feconda espressione alle sue emozioni attraverso la pittura da quando, quasi trent’anni fa, ha scoperto la porcellana, “l’oro bianco”, rimanendo attratta dal fascino misterioso che ne avvolge la formula antica, vecchia di secoli. Da quell’incontro serendipitoso è nata una passione profonda e totalizzante per la pittura che, stimolando estro e sensibilità estetica, attraverso lunghi percorsi di ricerca da autodidatta o al fianco di riconosciuti maestri d’arte internazionali, con sconfinamenti nella pittura ad olio ed acrilici su supporti diversi, quali tela, carta, metallo, legno, vetro e plexiglas, l’ha portata a padroneggiare le diverse tecniche pittoriche e a sublimare infine il suo linguaggio artistico proprio sulla porcellana e nei suoi colori. Un carattere unico e un approccio rigorosamente personale ed eclettico identificano oggi le sue opere, apprezzate e facilmente riconoscibili nel panorama artistico internazionale. Ricche e precise nei minimi dettagli, spesso privilegiano linee e superfici curve dove i segni della tradizione classica si fondono e si rigenerano continuamente in nuove forme creative e in moderno design. Dalla sua ricerca è emersa una originale concezione dell’arte, e dell’arte su porcellana in particolare, ben oltre la classica pittura o decorazione. L’opera, spesso realizzata con tecniche miste e con assemblaggio di vari materiali, a volte integrata in mobili e altre strutture interattive e fruibili, veicola il proprio messaggio emozionale anche attraverso i gesti e il tatto dello spettatore, dando nuovamente valore a quella “capacità del fare” che caratterizzò gli artisti del nostro primo Rinascimento. Patrizia Almonti, di fatto, sotto l’egida delle medesime parole d’ordine di quel periodo, “creatività” e “ingegno”, sembra rivendicare per sé il valore della grande manualità al fianco del valore intellettuale della propria arte.


Così scrive di lei il Prof. V. Sgarbi:
Se l’arte è pur sempre un processo di reificazione, un atto, cioè, con cui si materializza un’idea, sia essa una concezione del mondo, un orientamento estetico o entrambe le cose, non ci si può esimere dall’assegnare un’importanza determinante alla dignità manifatturiera di ciò che viene oggettivato. Ho la presunzione di credere che questo sia il principio fondante alla base della sofisticata arte di Patrizia Almonti, ceramista per la quale non c’è nulla, del proprio universo creativo, che non possa essere espresso attraverso la porcellana dipinta, fissata in maniera definitiva attraverso il procedimento detto del “terzo fuoco”. Porcellane che almeno potenzialmente rimangono oggetti di destinazione pratica, come si conviene a quelle che una volta, con termine ormai superato, venivano definite “arti applicate”, rifiutando qualunque drastica, forse arcaica distinzione fra galleria e vita domestica, sebbene non rinneghino affatto l’antica vocazione aristocratica. Porcellane che accanto a una robusta propensione per il revival in chiave di attualizzazione (dagli arabeschi del Rococò, che proponessero le chinoiseries o altri esotismi di provenienza orientale, ai grafismi naturalisti del Liberty fino alle squadrate eleganze del Decò), propongono anche motivi di diversa ispirazione, come, ad esempio, le opere che richiamano noti capolavori della storia dell’arte o rievocano le vicende esemplari di alcune delle maggiori artiste che la storia ricordi. Quello che non manca mai, nella Almonti, è la ricerca in ciò che realizza di un bandolo prezioso di magia, bene esemplificata in quel mobiletto, di sapore quasi surrealista, che al suo centro riproduce la visione della cupola di San Pietro così come si vede dalla serratura del portone della Villa del Priorato all’Aventino. Se non c’è incanto non c’è neanche arte, sembra dirci Patrizia Almonti con la pacata sicurezza di chi deve saperla lunga.

WEB: www.patriziaalmonti.it
Facebook: /Patrizia Almonti Artista
Instagram: @Patrizia Almonti

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